mercoledì 17 aprile 2024

I figli sono come gli aquiloni

 I figli sono come gli aquiloni,

passi la vita a cercare di farli alzare da terra.

Corri e corri con loro

fino a restare tutti e due senza fiato…

Come gli aquiloni, essi finiscono a terra…

e tu rappezzi e conforti, aggiusti e insegni.

Li vedi sollevarsi nel vento e li rassicuri

che presto impareranno a volare.

Infine sono in aria:

gli ci vuole più spago e tu seguiti a darne.

E a ogni metro di corda

che sfugge dalla tua mano

il cuore ti si riempie di gioia

e di tristezza insieme.

Giorno dopo giorno

l’aquilone si allontana sempre più

e tu senti che non passerà molto tempo

prima che quella bella creatura

spezzi il filo che vi unisce e si innalzi,

come è giusto che sia,

Allora soltanto saprai

Di avere assolto il tuo compito.

Erma Bombeck


domenica 14 aprile 2024

Quando tutto si ferma

 Distrattamente stasera conto i passi e con la testa bassa osservo:

un piede che avanza lentamente,

poi l’altro che lo sostituisce,

in un dove che non so e che non guardo.

Probabilmente è malinconia,

come stanca voglia di appartarmi.

Tempo fa l’avrei chiamata introspezione,

ma è più un azzeramento circoscritto,

un silenzio che esclude ricezione.

Sembra un’interruzione temporanea,

lo spazio che intercorre tra due note

dove la prima me la son scordata

e la seconda…

son quasi certo che non verrà suonata.

Ed è qui che tutto si ferma,

che tutto si fonde nel presente.

Ogni passo contiene la mia vita,

ogni respiro sintetizza storie,

anni, incontri…

emergono racconti.

Per un attimo sono davvero vivo,

non sono solo somma di episodi.

Per una frazione infinitesima di vita,sono quel che sono…

e il tempo se n’è andato.

Abner Rossi


sabato 6 aprile 2024

Pedro Salinas

Non importa che non ti abbia,

non importa che non ti veda.

Prima ti abbracciavo,

prima ti guardavo,

ti cercavo tutta,

ti desideravo intera.

Oggi non chiedo più

né alle mani, né agli occhi,

le ultime prove.

Di starmi accanto

ti chiedevo prima,

sì, vicino a me, sì,

sì, però lì fuori.

E mi accontentavo

di sentire che le tue mani

mi davano le tue mani,

che ai miei occhi

assicuravano presenza.

Quello che ti chiedo adesso

è di più, molto di più,

che bacio o sguardo:

è che tu stia più vicina

a me, dentro.

Come il vento è invisibile, pur dando

la sua vita alla candela.

Come la luce è

quieta, fissa, immobile,

fungendo da centro

che non vacilla mai

al tremulo corpo

di fiamma che trema.

Come è la stella,

presente e sicura,

senza voce e senza tatto,

nel cuore aperto,

sereno, del lago.

Quello che ti chiedo

è solo che tu sia

anima della mia anima,

sangue del mio sangue

dentro le vene.

Che tu stia in me

come il cuore

mio che mai

vedrò, toccherò

e i cui battiti

non si stancano mai

di darmi la mia vita

fino a quando morirò.

Come lo scheletro,

il segreto profondo

del mio essere, che solo

mi vedrà la terra,

però che in vita

è quello che si incarica

di sostenere il mio peso,

di carne e di sogno,

di gioia e di dolore

misteriosamente

senza che ci siano occhi

che mai lo vedano.

Quello che ti chiedo

è che la corporea

passeggera assenza,

non sia per noi dimenticanza,

né fuga, né mancanza:

ma che sia per me

possessione totale

dell'anima lontana,

eterna presenza.

 PEDRO SALINAS, La voce a te dovuta (Torino, Einaudi 1979)


Il vero amore

 “Il vero amore è qualcosa che riguarda le anime, non i corpi. Per questo gli affetti che dipendono dalla forma fisica sono transitori: compaiono delle rughe, qualche chilo in più o in meno e già non c'è più affetto... Questo non è amore, questa è un'attrazione magnetica passeggera, basata sull'esteriorità, senza nessuna profondità, né forza. Per il vero amore non esistono statura, né età, né apparenza, è un contatto da anima ad anima, significa amare l'energia che emana dall'altro, perché questa energia è il riassunto di tutto ciò che quella persona è internamente. Per questo tipo di sentimento non esistono le distanze, né il tempo: questo amore non si estingue nemmeno con la morte.”

Enrique Barrios

sabato 30 marzo 2024

RUMI SHAMZ

 Possano le mie azioni superare il mio oro e la compassione essere la mia vera ricchezza. "

Il registro dell'eternità:

Nella vivace città di Al-Madinah, viveva un ricco mercante di nome Xavier. I suoi forzieri straripavano d'oro, e le sue sete erano invidiate dal mercato. Eppure, nonostante le sue ricchezze, Xavier portava un cuore pesante.

Egli aveva udito i sussurri dei saggi, quelli che parlavano dell'altra vita, di azioni che sarebbero state pesate sulla bilancia dell'eternità. Xavier rifletteva sulle loro parole mentre contava le sue monete, chiedendosi se la sua ricchezza sarebbe stata sufficiente quando l'ultimo libro mastro sarebbe stato aperto.

Un giorno, mentre il sole si immergeva sotto l'orizzonte, gettando un caldo bagliore sui minareti, Xavier incontrò un mendicante. Gli occhi dell'uomo contenevano una fame che trascendeva il mero cibo; era la fame di un'anima che desiderava gentilezza, compassione.

Xavier ha esitato. La sua ricchezza era immensa, ma il suo cuore era diviso. Dovrebbe dare della sua abbondanza? O dovrebbe accumulare, costruendo grandi ville e acquisendo gioielli rari?

Il mendicante tese una mano tremante, e Xavier fece la sua scelta. Ha messo la mano nella sua borsa e ha estratto una sola moneta d'oro. Era una piccola offerta, ma conteneva dentro di sé il peso dell'intenzione: il desiderio di alleviare la sofferenza altrui.

Mentre gli occhi del mendicante si allargavano in gratitudine, Xavier sentì un calore diffondersi nel suo petto. Era un calore che nessuna vestaglia di seta o corona in gioiello poteva dare. Perché in quel momento, intravedeva la vera moneta dell'universo, la moneta della compassione, dell'altruismo.

I giorni si trasformarono in settimane, e Xavier continuò i suoi atti di gentilezza. Egli nutriva gli affamati, vestiva i poveri e proteggeva gli stanchi. La sua ricchezza è diminuita, ma il suo cuore si è espanso. Ogni moneta regalata sembrava un deposito nel libro mastro dell'eternità.

Quando l'ultimo respiro di Xavier si avvicinò, si sdraiava sul letto di morte, circondato da persone care. I suoi occhi tremolavano verso la finestra, dove i minareti stavano in piedi contro il cielo che sbiadisce. La bilancia dell'eternità lo aspettava.

Mentre la sua anima se ne andava, Xavier si chiedeva: la sua ricchezza lo avrebbe accompagnato? O rimarrebbe indietro, una mera eco nei corridoi del tempo?

E poi lo vide: il libro mastro, vasto e luminoso. Gli angeli registravano ogni azione, ogni bontà, ogni sacrificio. Le monete d'oro che aveva regalato brillavano più di qualsiasi gemma. Erano le chiavi di un tesoro celeste.

Xavier sorrise. La sua ricchezza era servita al suo scopo. Era diventato un ponte verso l'aldilà, un'eredità impressa negli annali dell'eternità. E mentre entrava nel regno oltre, sussurrò una preghiera:

"Possano le mie azioni superare il mio oro, e la compassione essere la mia vera ricchezza. "



giovedì 30 novembre 2023

TANKA

 


Sotto le stelle

dimentico la Terra

Immenso cielo


Vivo lunghi silenzi

Esistenza fragile


 © Angela Baldi


lunedì 20 novembre 2023

Non voglio più


Non voglio più

ascoltare le grida

di dolore

che arrivano

dal mare

Non voglio più

scrivere pagine

dove le parole

muoiono

appena nate

Non voglio più

condividere idee

che  trasformano

il senso della vita.

Non voglio più

giustificare l’uomo

prigioniero

del suo tempo

Non voglio più

aprire gli occhi

e scoprire che

le speranze sono

state spazzate via

da un vortice

di indifferenza.

Angela Baldi